9.12.10

Io ti darò di più



Che cos'è l'immagine? Il sostituto di una persona forse? Mi domando se oggi l'occidente stia colonizzando sé stesso mediante l'uso dell'immagine? 
Marc Augé

All'alba del 1839, annuncio ufficiale dell'invenzione della fotografia, la Francia e il mondo intero rimasero allibiti dalle possibilità inimmaginabili di questa nuova tecnica. Che fosse una macchina a realizzare l'immagine non faceva che aumentarne il mistero. Da quel momento in poi chiunque avrebbe potuto rimirarsi in un immagine dettagliata di sé. Ma fu proprio questo - sé - il turbamento, perché la propria immagine costituiva una nuova certezza di esistere, faceva esistere contemporaneamente - fuori dal sé - generando una nuova corporalità, sconvolgente. 
Nel corso della storia ci giungono dei segnali. Guerra di Spagna, 1963, Morte di un soldato repubblicano di Robert Capa: è l'emblema, simbolo dell'istantanea applicata alla morte. Vietnam, 1972, Phan Thi Kim Phuc, di Nick Ut: è la totale disperazione, impotenza che entra definitivamente nell'immaginario collettivo. New York City, 2001, Crollo delle torri: il disastro acquista un carattere inverosimile, ideologico, perché ripreso in tempo reale su tutte le reti del mondo. Attraverso l'obiettivo cio che viene ripreso è percepito mediante una visione irreale, come la televisione ci ha abituato. Al pari della migliore produzione hollywoodiana, agli occhi degli spettatori il disastro perde tutta la sua valenza reale diventando il simbolo - visivo prima, assoluto poi - dell'idea di tragedia.

Una sola fotografia, un'immagine può racchiudere un'epoca come la forza e la testimonianza di un simbolo. Oggi quale immagine del mondo resterà impressa nella memoria collettiva? I giornali e le televisioni possono mostrare qualsiasi cosa? Si tratta di una questione irrisolvibile, non si può rispondere a questa domanda. Ormai da molto tempo in materia di immagini il medium non è altro che medium. Sfugge a ogni controllo. Il consumo di immagini è generale, istantaneo. 

Nulla sfugge oggi. Si è in balia di una trasmissione istantanea di tutti i fatti e di tutti i gesti su qualsiasi canale. Al punto che la cinepresa virtuale è nella testa. L'esistenza oggi è telepresente. La TV e i media sono, da molto tempo, usciti dal loro spazio mediale, per investire dall'interno la vita reale. Siamo indifesi davanti all'estrema realtà di questo mondo, davanti a questa perfezione virtuale. Di fatto siamo al di là di ogni alienazione. Il tempo reale è la prossimità istantanea, ectoplasmica dell'evento e del suo doppio, dell'uomo e della sua azione a distanza. Tutto diventa inespiabile, perché interattivo, tutto viene dato e restituito senza ritardo. A furia di performance tecniche siamo arrivati a un tale grado di realtà e di oggettività da poter addirittura parlare di eccesso di realtà. Poiché siamo al di là. 

La scrittura automatica del mondo è anche il suo delitto perfetto. [...] Dato l'accumularsi delle prove, l'unica ipotesi plausibile è la realtà. Dato l'accumularsi delle prove del contrario, lunica soluzione è l'illusione. 

Jean Baudrillard     

Nessun commento:

Posta un commento